COMUNICATO UNITARIO
L'impatto del Decreto Concorrenza sul servizio sociosanitario in Lombardia
CGIL, CISL e UIL, con le rispettive Federazioni regionali della Funzione Pubblica e dei Pensionati, a conclusione dell'incontro congiunto dei propri Coordinamenti Welfare, esprimono grande preoccupazione per l'avvicinarsi del termine dato alle Regioni per adeguarsi alle norme in materia di accreditamento delle strutture sanitarie e sociosanitarie, pubbliche e private e la conseguente contrattualizzazione delle strutture sanitarie e sociosanitarie, private, stabilite dal «Decreto concorrenza».
Le Regioni dovranno, pertanto, garantire a tutti gli operatori privati accreditati pari opportunità di accesso al mercato delle prestazioni sanitarie per conto del servizio pubblico.
La garanzia costituzionale della tutela della salute non è uguale alla tutela della concorrenza e, tuttavia, duole rilevare che Governo e Parlamento, in materia di concorrenza, hanno avuto molta più attenzione per le possibili ripercussioni del decreto sulle concessioni balneari, di quanto ne hanno avuta per quelle sul settore sanitario e sociosanitario.
Le implicazioni delle nuove norme sul sistema sanitario e socio-sanitario potrebbero essere gravi e tanto più concreto è questo rischio in Lombardia. Negli anni Regione Lombardia ha costruito l’intero sistema socio-sanitario regionale lasciando all'iniziativa privata un ruolo crescente e su parti rilevanti dell'offerta di cura ospedaliera e di assistenza territoriale perfino preminente, perdendo importanti leve di governo pubblico del sistema. Lo scenario oggi vede la nostra regione caratterizzata dalla quasi assenza dell'offerta pubblica nel comparto sociosanitario a partire dalle RSA.
In Lombardia si è scelto un modello di coinvolgimento del privato che prevede di dare l'accreditamento a tutti gli operatori con i requisiti di idoneità, trasferendo la contrattualizzazione annuale alle ATS con vincolo di budget. Nel quadro delle nuove norme sulla concorrenza, gli erogatori privati già a contratto o solo accreditati, hanno già cominciato a chiedere, stante la ribadita equivalenza nell'ordinamento lombardo tra pubblico e privato, che tutta la spesa sanitaria, anche il budget assegnato alle strutture sanitarie pubbliche, sia contendibile con le stesse regole.
Bisogna evitare che il prezzo del riordino di questi importanti servizi ricada ancora una volta sulle cittadine e i cittadini lombardi, in modo particolare sui più fragili e vulnerabili, e che la competizione fra gli erogatori privati si giochi sul contenimento del costo del personale e gli investimenti. Nei servizi soggetti a compartecipazione, i rischi d'impresa (es.: mancato rinnovo del contratto di servizio) verrebbero trasferiti sull'aumento delle rette che ogni ente gestore, con le regole vigenti in Lombardia, può decidere liberamente.
Riteniamo, perciò, necessario intervenire secondo alcune priorità:
. una programmazione regionale (pluriennale/annuale) con chiare determinazioni sulla tipologia e sui volumi dei servizi da erogare rispetto ai bisogni di salute del territorio;
. trasparenza nei processi di selezione degli operatori privati, sia in fase di accreditamento che di contrattualizzazione;
. revisione del sistema di accreditamento e contrattualizzazione inserendo standard organizzativi e di servizio e regole che possano garantire:
. tutela occupazionale, con l'applicazione dei CCNL di comparto sottoscritti dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative;
. qualità dei servizi, tramite il potenziamento degli organici, l'adeguamento del minutaggio assistenziale, la presenza di tutte le professionalità essenziali al mantenimento di aggiornati standard erogativi;
. sviluppo dei modelli organizzativi e di servizio per aumentare la qualità dell'assistenza ed ampliare la filiera dei servizi residenziali, semi-residenziali e domiciliari;
. equità e sostenibilità, per le unità d'offerta sociosanitaria soggette alla compartecipazione della persona assistita, agendo sia sulla quota sanitaria rimborsata agli enti gestori, per rapporto alla maggiore complessità assistenziale, che sulla regolazione e moderazione delle rette sui posti contrattualizzati con la Regione.
. Restituire centralità erogativa e tecnologica agli enti pubblici del sistema.
. Cogliere l'occasione della riorganizzazione della Medicina Territoriale, a partire dal pieno impiego delle risorse in attuazione del PNRR, per sviluppare la filiera dei servizi rivolti alle persone anziane e non autosufficienti e dotarsi di strumenti pubblici di analisi dei bisogni di salute, requisito fondamentale per la costruzione di strumenti programmatori efficaci.
Queste prime valutazioni saranno oggetto di confronto con Regione Lombardia, impegnandoci a promuovere iniziative di sensibilizzazione sui territori della nostra Regione, con l'obiettivo di costruire un sostegno sempre più ampio alle nostre proposte.
Milano 5/7/2023
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DATA |
(Tabella aggiornata al 14/07/2023) |
2023 | |
Luglio | COMUNICATO UNITARIO CGIL-CISL-UIL |
Giugno | LISTE D'ATTESA |
2021 | |
13/07 | Presidio in Regione: (La riforma che vogliamo!) |
2020 | |
NOVEMBRE | Recupero ticket 2020 |
GIUGNO |
3 giornate di presidio davanti al Palazzo di Regione Lombardia: |
MANIFESTAZIONE 25 APRILE 2023
Il 25 aprile di quest'anno, oltre a partecipare all'iniziativa istituzionale ai giardini di viale Piave, siamo tra gli organizzatori del corteo che partirà da piazzale Gramsci alle 10.30 e arriverà in piazza Martiri di Belfiore.
Si tratta di un'iniziativa che per la prima volta cerca di tenere insieme diverse associazioni del territorio, tra cui Anpi, Arci, Arcigay, Rete degli Studenti Medi.
25 APRILE: C’ERAVAMO, CI SIAMO, CI SAREMO
PACE – LIBERTÀ - DEMOCRAZIA
È festa d’aprile: una lunga storia da celebrare e, con quell’esempio, tante nuove lotte da affrontare. Dopo otto mesi di governo più a destra della storia d’Italia, l’attualità ci pone di fronte a un Paese dove disuguaglianze economiche, sociali, razziali e di genere stanno pericolosamente diventando la norma in spregio alla Costituzione.
Dai tentativi di eliminazione di ogni forma di sostegno al reddito, al progetto di legge per le autonomie differenziate, passando per una riforma fiscale che prosegue nel solco trentennale del liberismo, favorendo chi è più ricco e ignorando chi è più povero. Allo stesso tempo, ogni ipotesi di allargamento dei diritti sociali viene ostacolato sul nascere: da una parte abbiamo ancora negli occhi le immagini delle spiagge di Cutro, l’ennesima strage di migranti abbandonati dallo Stato; dall’altra dobbiamo assistere al continuo processo di negazione dei diritti delle comunità lgbtq+, il cui ultimo tassello è stato il blocco delle registrazioni di famiglie omogenitoriali nei Comuni che le applicavano. Nella quotidiana torsione autoritaria della nostra democrazia e nella riscrittura della storia si ritrovano unite la destra postfascista e quella dichiaratamente neofascista.
C’è un clima preoccupante, e non è solo una metafora. I movimenti ecologisti di tutto il mondo cercano con ogni mezzo necessario di far cambiare le politiche climatiche dei governi che invece ignorano e reprimono le proteste: sotto una patina green si continua a consumare suolo e a bruciare combustibili fossili, oltre a sdoganare favori alle lobby di caccia e armi con leggi da far west per uccidere animali selvatici in centri urbani e aree protette.
Eppure qui siamo, qui eravamo e qui resteremo. Per ribadire il nostro antifascismo: a maggior ragione dopo le aggressioni para-squadriste agli studenti di Firenze e le continue provocazioni neonaziste fuori dalle scuole e dai luoghi della memoria.
Per lanciare il nostro grido a sostegno delle lotte transfemministe, soggetto fondamentale su cui basare un modello di società più giusto in Italia, in Iran, ovunque.
Per ripudiare la guerra come mandato costituzionale, nell’80° anniversario degli scioperi antifascisti nelle fabbriche del Nord, che bloccarono la macchina bellica del regime a costo di arresti e deportazioni di lavoratori.
Per una nuova diplomazia contro la guerra della Russia di Putin e l’escalation militare sostenuta dalla Nato: in una guerra in cui muoiono civili e soldati, vince l’industria delle armi, con profitti alle stelle a scapito dei welfare nazionali. La solidarietà internazionale e il sostegno all’autodeterminazione dei popoli sono gli unici strumenti per contrastare la militarizzazione del mondo.
Per fare tesoro dell’esempio delle partigiane e dei partigiani, e di un popolo che si ribellò al regime e alla guerra con il sogno di una società nuova di uguaglianza, democrazia e solidarietà in cui ci riconosciamo e che difenderemo sempre.
ANPI MANTOVA – SEZ. FELICE TOLAZZI
CGIL MANTOVA
SPAZIO SOCIALE LABOJE!
NON UNA DI MENO – MANTOVA
ASSOCIAZIONE EQUAL
POTERE AL POPOLO MANTOVA
RETE DEGLI STUDENTI MANTOVA
ARCI MANTOVA
ARCIGAY MANTOVA