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RELAZIONE ASSEMBLEA GENERALE DELLO SPI/CGIL DI MANTOVA LAGHETTI MARGONARA 22 GIUGNO 2022

RELAZIONE DEL SEGRETARIO

ALL’ASSEMBLEA GENERALE DELLO SPI/CGIL DI MANTOVA

LAGHETTI MARGONARA 22 GIUGNO 2022

Buongiorno alle Compagne e ai Compagni.

Grazie di essere qui, nonostante il caldo, nonostante gli impegni, nonostante la distanza. Avete scelto la discussione politica agli obblighi famigliari ( marito/moglie – madri/padri – nonne/nonni ) questo è un indicatore di quanto la Cgil vi appartenga, di quanto i valori e gli ideali della Confederazione vi siano cari, di quanto è la vostra propensione all’ascolto, all’approfondimento, alla curiosità. E poi perché no, noi che siamo i nipoti di Virgilio abbiamo scelto questo affascinante luogo bucolico che si presta a momenti di tranquillità, di pace, di serenità, lontani dai rumori, dal fastidioso caos nel quale siamo sommersi quotidianamente (i francescani direbbero che per ascoltare ed imparare devi essere collocato in una posizione ottimale ). Aggiungiamo anche che ogni angolo di questo luogo profuma di solidarietà, infatti, le donne e gli uomini che governano questo luogo lo esercitano gratuitamente. Quelle donne e quegli uomini che con grande generosità ci cucineranno alcune delle leccornie dei nostri territori. Quelle donne e quegli uomini che portano con sé la tessera dello Spi/Cgil. Pertanto Grazie. Un caloroso ringraziamento lo rivolgo a Gastone, a Walter e a Mirco che tutti voi conoscete e che sono in rappresentanza dello Spi/Lgr di Bolzano, i nostri straordinari Compagni Gemelli e che per essere qui con noi hanno fatto una bella sfacchinata. Grazie di cuore anche a Federica Segretaria dello Spi Lombardia. Dai siamo una bella squadra. Siamo reduci da innumerevoli appuntamenti, Risorse Anziani a Sondrio dove una nutrita squadra mantovana è stata protagonista e dove si sono intersecate l’orografia stupenda, la cultura, il diletto, la socializzazione e una esplorazione sulle alterazioni climatiche con evidenti modificazioni ambientali con la presenza di Luca Mercalli. Il clima, l’acqua, i processi migratori determineranno la qualità del vivere su questo pianeta. Chiusa l’esperienza di Sondrio ci siamo immersi nell’Attivo dei delegati Cgil di Mantova. Osservare e partecipare ad una platea di oltre 300 Delegate e delegati, donne e uomini, giovani e non che si trovano in un luogo definito per discutere dello scibile sindacale, è una cosa che fa bene al cuore e all’anima.

La partecipazione del giovane rappresentante degli studenti ha fornito ed arricchito la platea con riflessioni da approfondire, da scavare in un rapporto intergenerazionale tutto da sviluppare.

Quindi riprendiamo periodicamente il gusto di riunire insieme i nostri delegati e i nostri pensionati e concediamoci il lusso di iniziare a ridisegnare e tracciare una via che vada oltre il presente, così asfittico, ma sul quale le forze politiche depongono le loro fortune. Fuori da questo contesto esiste la desertificazione dei pensieri lunghi, si consolida l’imbarbarimento oggi così presente, abbiamo l’obbligo di donare ai nostri gruppi dirigenti a qualsivoglia livello la strumentazione per poter formulare pensieri complessi a problemi compositi, pena il consegnarci alle teorie dell’imprenditoria quanto mai mediocre e a politici assai poco lungimiranti. Quindi Sondrio e poi l’attivo dei delegati e a seguire la Festa nazionale di Liberetà a Bologna che ha visto una notevole presenza della delegazione mantovana. Pedretti e poi le conclusioni di Maurizio Landini hanno coinvolto in pieno le migliaia di pensionate e pensionati che sotto un sole cocente hanno seguito i due segretari generali. Quelle pensionate e quei pensionati con le loro magliette rosse con impresso il nome Perennials, un tempo le pantere grigie, oggi perennials ( quindi scansatevi millenials ) arriviamo noi, persone sempre in fiore, di tutte le età e che sono consapevoli di cosa sta accadendo nel mondo. Sono al passo con la tecnologia ed hanno amici di ogni età, ancora, possiamo definirci così: ci lasciamo coinvolgere, siamo curiosi, facciamo da mentori, siamo appassionati, creativi, sicuri di noi, collaborativi, abbiamo un modo di pensare globale, ci assumiamo i rischi continuiamo a spingere oltre i limiti e sappiamo azzardare perché giochiamo a poker con la vita. Infine sabato la manifestazione nazionale organizzata dalla Cgil, con l’appassionata arringa di Landini, che ha sottolineato la posizione della Cgil sui temi di attualità. Nell’intermezzo di queste iniziative abbiamo inteso riunire i gruppi dirigenti di lega, quelle donne e quegli uomini con i loro bellissimi volti segnati dall’intercorrere del tempo, che mostrano il meglio di sé nel raccogliere, quotidianamente, le innumerevoli difficoltà del presente. Gli Spi/Inca/Caaf, gli sportellisti sociali, i semplici volontari si ascoltano, si scambiano i pensieri anche quelli più ostici, anche quelli che apparentemente non danno luce prospettica, perché soppesano quella vita vissuta intrisa di storie di difficoltà ma piena di conquiste, di diritti, di passione, di moralità, quei valori che hanno attraversato l’attivo dei delegati che citavo prima, quei valori così cari ad Enrico Berlinguer, citato più volte in quell’assise e che ci fa immaginare e quindi costruire un paese migliore. Siamo consapevoli e i nostri anziani ce lo confidano ad ogni piè sospinto che siamo in un mare di guai, ne sono consci anche i nostri figli e nipoti ( apparentemente così distanti ) che la situazione è terribile, ma appunto perché esiste questa consapevolezza ci sono tutte le condizioni per ridisegnare il profilo politico del nostro paese. Ovviamente dovremo porci con grande umiltà evitando nel confronto intergenerazionale inutili forzature, per dirla in altri termini, evitando di fingere l’ascolto, perché di fronte alle crisi, alla pandemia, alla guerra, la nostra famosa cassetta degli attrezzi non contiene gli strumenti necessari per affrontare l’inedito. Quindi dovremo essere delicati e pazienti ma nel contempo forti. Uniamo i nostri talenti a volte inespressi con quelli delle nuove generazioni e rimettiamoci in cammino. Questo è il tempo, appunto perché così maledettamente complicato, nel quale costruire il nostro futuro. Questo è il messaggio che i direttivi di lega ci hanno trasmesso.

Certo poi vi è il presente, questa maledetta quotidianità, che impoverisce i poveri ed arricchisce i più ricchi, quei ricchi che riescono ad accedere a tutti bonus che il governo dispensa, spesso senza una barriera di equità, fra le fila di quei ricchi si annida una pletora di infedeli fiscali. Considerato che ci attendono mesi ed anni complicatissimi, che molti di noi erano convinti che con le risorse del Pnrr e l’uscita dalla pandemia le sorti del nostro paese si sarebbero volte al bello, ma la guerra ci consegna una prospettiva diversa. Proviamo allora nel nostro piccolo ad inoltrarci nella costruzione del futuro, consci che la profondità dei pensieri la svilupperemo compiutamente durante la fase congressuale che come Spi di Mantova apriremo il 12 luglio e che ci porterà ai congressi di Lega dopo il periodo feriale e che concluderemo il 12 e 13 ottobre con il Congresso Territoriale.

Sul conflitto in atto derivante dall’invasione della Ucraina da parte della Russia e che ha messo a nudo la fragilità e l’insipienza dei gruppi dirigenti che governano il mondo, che massacra donne, uomini e bambini, che distrugge le bellezze costruite con il lavoro degli esseri umani, ancora una volta la Cgil, lo Spi, ribadiscono il proprio messaggio che non può che essere di pace, i poteri forti sono gli unici che possono essere i promotori del negoziato e quando chi è a capo della più grande economia del mondo manda segnali quali “ la guerra durerà anni “ allora qualcun altro deve fare passi giganteschi in avanti, utilizzando tutti gli strumenti possibili affinchè si riprenda laddove si è interrotto il filo del negoziato. Non siamo a conoscenza del quanto detto ma non reso noto dell’incontro tra Zelenski, Draghi, Macron e Scholz, ma auspichiamo che sia foriero di risultati positivi. Cioè che nel frattempo che divampa la guerra ( come la storia insegna ) vi siano donne e uomini che lavorano per la pace. Quindi assumiamo come centrale il ruolo dell’Europa, una comunità forte in un neo atlantismo che si intesti una iniziativa atta a scardinare il muro contro muro della crisi ucraina. Un’Europa che nonostante le enormi difficoltà, mostra il volto che le assegniamo, un insieme di popoli che siano solidali con i più fragili ( vedi next generation eu ), che resti la culla dei diritti sociali, che operi per la fine della guerra e delle guerre, che tratti la questione dell’immigrazione come una mera questione di movimento e il movimento è la storia del nostro pianeta e che, forse un giorno, cominceremo a vederlo come un istinto naturale che muove l’animale uomo, così come muove ogni altro animale, verso la sopravvivenza. Non solo di sopravvivenza ma anche come desiderio di mettere in moto le nuove generazioni, certo verso la ricerca di nuovi lavori ben remunerati e che abbiano attinenza al merito, ma anche per coloro che considerano l’Europa il loro giardino, mossi dalla semplice curiosità di incontrare e di contaminarsi. Insomma l’Europa dei Padri Fondatori. Possiamo affermare senza essere tacciati di blasfemia che il progetto dell’Europa unita metterà in discussione non tanto la percezione sulla quale si è costruita la Nato ma la vetustità del processo decisionale. Infine concludendo il pensiero su questo delicatissimo tema rendiamo pubblico il quanto è stato raccolto, dallo Spi di Mantova, in solidarietà nei confronti della popolazione Ucraina, sono stati bonificati 1.890,00 € alla Cgil Nazionale. Ringrazio tutte e tutti coloro che hanno dato il loro contributo.

    

Sul tema del Lavoro, lasciatemi esprimere un pensiero: il lavoro nel nostro Paese è sconsiderato, vilipeso, tradito nel suo diritto costituzionale, mal valorizzato nel suo tratto economico, le ragazze e i ragazzi, a ragione, rifuggono questo impegno mortificante, non centra nulla il reddito di cittadinanza sbandierato guarda caso dall’imprenditoria meno illuminata e dalle forze politiche di destra; queste ultime sono quelle che cercano di convincere la popolazione che i giovani sono sfaticati e che trattano i nostri ragazzi come i nuovi servi della gleba e gli stessi politici sono divenuti vassalli di questa miserevole classe imprenditoriale. Noto con grande preoccupazione che, a fronte della necessità di un neo umanesimo, che affondi le proprie radici sulla ecologia in senso largo, sulla tutela dei servizi pubblici che sono il patrimonio di chi non ne ha e che sia pensato per le generazioni future, si sta tracciando un nuovo feudalesimo. Imprenditori che hanno smarrito il rischio di impresa, che a fronte di difficoltà si rivolgono allo Stato per avere contributi, sovvenzioni, che pagano malissimo le proprie maestranze e che previlegiano il servilismo, i comportamenti ancellari (buttiamo un occhio anche nelle nostre fila) che non si identificano nei territori laddove hanno gli insediamenti produttivi ( certo poi vi sono le multinazionali ), che non hanno occhi ed orecchie per lenire le difficoltà che quei territori manifestano. I prodotti, le organizzazioni del lavoro nei loro processi sono superati, dobbiamo porre grande attenzione a questi fenomeni perché se duraturi sviluppano prodromi antidemocratici. Quindi il Paese, le forze sane che lo compongono sono chiamate ad una santa alleanza affinchè si costruisca una nuova classe imprenditoriale. Il Sindacato è chiamato ad uno sforzo unitario supplementare, deve inoltrarsi nel rivoluzionario, è un termine eccessivo, allora utilizziamo il termine radicalismo. L’abituale non è più sufficiente.

Landini continua a ripeterlo, per fare ciò esiste una precondizione che è quella di parlare indefessamente con il mondo del lavoro e dei pensionati, per citare anche Pedretti dobbiamo divenire agitatori. Quindi il territorio diventa la scuola alla quale far partecipare la nostra gente. Fuori da questo perimetro esiste lo stancante metodo routinario.

Poi si presentano incessantemente una molteplicità di temi non risolti che la crisi, la pandemia e la guerra esaltano e fanno esplodere, l’invecchiamento della popolazione non è entrato nelle vene della discussione, la denatalità emerge in modo carsico, non hanno la giusta attenzione, forse perché non la meritano? Forse perché non fa audience? O forse perché la politica è divenuta sorda, miope, non attenta alle conseguenze che producono queste due grandi questioni? Se usciamo dall’asfittico presente e guardiamo un po' più in là vedremmo che le nascite sono in costante calo e che gli anziani per fortuna campano di più. Quindi voi scorgete politiche che affrontano questi temi demograficamente decisivi? A me pare di no. Come il tema della non autosufficienza, affrontato marginalmente. Vorrei esprimere un pensiero sulla centralità di questo tema e parto da un assunto che era contenuto nella relazione che ha accompagnato il convegno sulle Rsa che abbiamo tenuto a Mantova e a Bolzano con i Compagni Gemelli, qualsivoglia età è formata da tutti esseri speciali, quindi il bambino è un essere speciale, l’anziano è un essere speciale, siamo parimenti, quindi ogni età presenta la propria complessità ( gioie e dolori ), a titolo esemplificativo, sui 10 milioni di abitanti della Lombardia, il 30% è portatore almeno di una patologia cronica, questo ci dice che la non autosufficienza non può essere ascrivibile solo alle persone anziane ma coinvolge anche i giovani e i bambini, per questa ragione gli strumenti che debbono essere contenuti nella legge sulla non autosufficienza devono contenere l’intergenerazionalità. Questa legge deve essere fatta propria anche dal mondo del lavoro. Questo assunto capovolge l’approccio culturale al tema, cioè quello che sostiene che la legge sulla non autosufficienza riguarda solo le persone anziane.

Sulla sanità, mi facilita la presenza di Federica che segue direttamente la materia a livello regionale alla quale daremo poi l’impegno delle conclusioni. Anche su questo tema, però, dovremmo fare un punto e a capo. Basta privatizzazioni, basta regalare ingenti risorse agli industriali del dolore, Zanolla ci ricorda che la Confindustria Lombarda qualche anno fa era un concentrato di aziende manifatturiere, ( metalmeccanici, chimici, edili, ecc ) oggi è un concentrato di aziende che operano nella sanità e nel sociale, quindi lavorano esclusivamente con i soldi pubblici, sempre per ricordare il rischio d’impresa. Basta avere come orizzonte l’oggi, perché questo orizzonte non prevede investimenti pubblici in prevenzione ( basterebbe osservare il disboscamento dei controlli sugli appalti e quindi sugli infortuni sul lavoro ), non ha previsto investimenti sui mmg ( e il risultato è che siamo in grande carenza di medici e quindi grande sofferenza della popolazione in particolare di quella anziana ) e la risposta è sconcertante e avvilente: “ al posto dei medici ci mettiamo la popolazione infermieristica”. Ancora sulla prevenzione, dove sono gli invasi che raccolgono l’acqua piovana, dove è l’intervento che recupera le tubazioni colabrodo degli acquedotti. Dove sono gli interventi su di un modello scolastico aperto, moderno che sappia coinvolgere tutte le età? Sulle liste di attesa lunghissime e che impoveriscono i più deboli e i più fragili la risposta data è quella di decentrare ai privati ( quindi denaro pubblico ai privati ) le visite specialistiche e quant’altro. Facciamo sommessamente la proposta di accelerare, affinchè si azzerino le liste di attesa, nel contempo si costruisca una organizzazione che neghi la presenza di tali liste o che le porti ad una attesa che non vada oltre la settimana. Questo significherebbe utilizzare le risorse dei cittadini lombardi in modo probo e non consegnare i più fragili nelle mani esose dei privati. Ancora sulla sanità necessita interrompere l’assioma per il quale la sanità deve essere legata agli andamenti economici del Paese, questo stabilisce che se l’economia va bene forse investiamo e se va male disinvestiamo, come se la popolazione non si ammalasse. Come vedete anche su questo filone c’è tanto da fare.

Altro tema che nel tempo si è surriscaldato e diventerà lavico è quello del come difendere il potere di acquisto delle pensioni nell’attuale fase inflattiva, consci che nel tempo la capacità dei trattamenti previdenziali si è ridotta del 30%. Bene la quattordicesima rafforzata, ma resta un problema enorme sul paniere e sulla tassazione. Da questa considerazione deve partire una battaglia campale affinché le tasse sulle pensioni siano in linea con la media europea. Siamo in emergenza, tutte le spie si sono accese da tempo, i trattamenti previdenziali che sono sotto la soglia di povertà e che non sono soggette a tassazione devono essere scandagliate, osservate con grande attenzione e con la lente dell’equità, perché non bisogna generalizzare i percorsi di lavoro che hanno portato alla pensione, compiuto questo esame si deve intervenire anche con strumenti straordinari. Poi ci sono le pensioni basse e medie che sono in tensione da anni, che perdono progressivamente valore, cioè il frutto di anni di lavoro e di tribolazioni viene eroso come una qualsiasi spiaggia dopo una mareggiata. Possiamo sintetizzarla in siffatto modo, le pensionate e i pensionati vengono maramaldeggiati da una classe politica insipiente, la stessa classe politica e qui aggiungo anche l’imprenditoria che stanno affamando il mondo del lavoro. Sul salario minimo credo ne parlerà Daniele. Una raccomandazione a tutti noi, a fine estate o all’inizio dell’autunno qualcuno ci chiederà di fare un patto per poter uscire da una situazione in via di deterioramento, ecco possiamo fin da ora sostenere che noi non abbiamo più nulla da scambiare, abbiamo già ampiamente dato.

Quindi siamo propositivi nell’indicare le fonti di finanziamento per la modernizzazione del Paese : ovviamente continuare nella predisposizione e nella realizzazione dei progetti che ci fanno accedere ai finanziamenti della Next Generation Eu; la tassazione degli extra profitti, messa a disposizione della comunità una parte degli utili record delle grandi aziende quotate in borsa, una grande operazione di solidarietà tra i detentori delle ricchezze finalizzata a progetti condivisi e verificabili; interruzione del flusso economico che finanzia la corruzione ovunque si annidi; recuperare quella montagna di risorse che oggi sfuggono al fisco colpendo gli infedeli fiscali; mettere in circolo una parte dei risparmi degli italiani che hanno oramai raggiunto la soglia dei 10 mila miliardi ( possiamo pensare di fare un grande investimento sul lavoro, sulle produzioni novative e sulle energie rinnovabili ) anche qui proviamo ad uscire dal generico ( il pannelli che accumulano l’energia solare, li montiamo noi ma li produce qualcun altro, finanziamo questo tipo di produzione e di attività ); rimettere ordine al catasto; infine spendere a livello europeo una certa autorevolezza conquistata con la presenza di Draghi, oggi a maggior ragione per le difficoltà di Macron nelle ultime elezioni francesi, che però trascinano con sé un avanzamento della destra lepeniana, chiedendo all’Europa un intervento straordinario di finanziamento solidale che mitighi le ricadute negative che la guerra produce in particolare sulla popolazione più esposta. Le crisi, le guerre colpiscono in modo durissimo le fragilità, siano esse di natura economica siano esse di natura culturale, le stesse simpatizzano con la destra e quindi? Rendiamo visibile la genesi delle destre, si collocano con i più forti e mietono consensi tra i più deboli. Lo ripetiamo sposano la carità e la compassione, la mantengono e nel contempo operano per il potere. Quindi ci attende una bella sfida in attesa delle elezioni del 2023. Nella grande confusione politica dove sono saltati i valori, gli ideali possiamo sommessamente affermare che la Cgil è di sinistra? Che i nostri valori sono quelli li? Che in parlamento faremo eleggere tante Rachel, la donna delle pulizie eletta nel neo parlamento francese?  

Ovviamente questo è un auspicio per dire che dobbiamo riandare tra la gente.

CARLO FALAVIGNA