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Relazione del Segretario Generale SPI MN all'Assemlea/Direttivo del 16-10-2020

INTERVENTO AL DIRETTIVO E ASSEMBLEA GENERALE

SPI DI MANTOVA

OSTIGLIA 16 OTTOBRE 2020

TEATRO MARIO MONICELLI

Care Compagne e cari Compagni

Benvenuti in questo spicchio di terra mantovana che unisce tre regioni, la Lombardia, il Veneto e l’Emilia Romagna. Terra di Sindacalisti e di uomini e donne di sinistra. Risulta quindi appropriato l’aver intitolato la nuova Sede della Camera del Lavoro, che andremo ad inaugurare, a Giovanni Bonventi e una sala intitolata a Osvaldo Gnocchi Viani, noti uomini di sinistra e valenti sindacalisti del ‘900. Quindi possiamo asserire che la politica, la passione e l’essere visionari sono stati elementi caratterizzanti di queste genti. Grazie alla Segreteria dello Spi di Mantova, grazie ai componenti il Direttivo e ai componenti l’Assemblea Generale, grazie al Coordinamento Donne, grazie a tutte le volontarie e ai volontari che operano, sotto qualsivoglia veste, e che tutti i giorni sono in frontiera a tentare di lenire quelle che sono le problematiche che investono le persone anziane, i loro figli e i loro nipoti. Lo ripeterò fino alla noia, lo Spi è quel grande Sindacato che affronta le solitudini, in rapida ascesa, le fragilità così permeanti, i tormenti che caratterizzano una società in rapidissimo e a tratti tumultuoso movimento e che presenta novazioni incredibili, con le quali i nostri vecchi debbono misurarsi ed è una delle ragioni per le quali noi dobbiamo fornire loro gli strumenti per decodificare la modernità e per saperla interpretare. Per questo la formazione continua diventa lo strumento primario e fondamentale. Per questo la negoziazione sociale, diviene disciplina primaria per lo Spi e si trasforma nella lettura dei bisogni e nel saperli convertire in un modello di welfare in continua mutazione. Per questo la memoria assume una centralità nel nostro operare quotidiano perché consegna alle nuove generazioni una lettura e una capacità critica di cui, spesso, sono sprovviste. Per questo la strutturazione dello Sportello Sociale, distribuito sul territorio, cerca di mitigare i disagi che sono all’interno dell’intercedere del cambiamento e che ne valorizza anche le potenzialità. Per questo ci dedichiamo al benessere e agli stili di vita dei nostri anziani, perché abbiamo cura dell’invecchiamento di qualità, perché la senescenza accompagnata da tribolazioni è una via del tramonto da rifuggire. Siamo coloro che cercano, con le nostre gestualità quotidiane, di affrontare le diseguaglianze in aumento esponenziale siano esse di natura culturale, economiche, di genere, alle quali si aggiunge quelle tra i centri, le periferie e le aree interne. Molti i pensieri sui quali dissertare, ma oggi non ne abbiamo il tempo. Lasceremo pertanto a Daniele, che ringrazio, l’incombenza di parlare dei temi confederali e daremo il compito a Valerio di illustrarci del quanto sta avvenendo a livello lombardo e sul piano nazionale, sulle tematiche che afferiscono al mondo degli anziani e non solo.

Prima di ridare la parola al Presidente, mi sento di ringraziare voi tutti per il vostro atteggiamento di vicinanza vera nei confronti delle persone poste in difficoltà da questa maledetta pandemia, che continua imperterrita, che ci lascia metaforicamente senza fiato, che non è democratica, che colpisce in particolare le persone anziane, le persone più fragili, le persone che non sempre hanno avuto, nel corso della loro vita, l’accesso alla migliore nutrizione e che non hanno potuto accostarsi alle cure più opportune. Certo la sanità diretta ed indiretta della Regione Lombardia ha dato prova di insipienza al limite della tollerabilità, come leggere altrimenti il tradimento nell’aver venduto il 40% della sanità pubblica al privato, come leggere altrimenti la devastazione della medicina territoriale baluardo nella prevenzione e nella cura del Covid 19, come leggere l’aver abbandonato a se stesse le Case di Riposo, laddove sono deceduti, in solitudine, migliaia di anziani, l’aver bloccato gli interventi e le cure extra covid. Infine, lasciatemi sottolineare il comportamento esecrabile dell’assessorato alla sanità sui vaccini antinfluenzali, un pasticcio. Si invitano i cittadini a vaccinarsi e nel contempo non si acquistano le dosi vaccinali in quantità necessaria. Questo ritardo è volutamente colpevole perché così si premiano le case farmaceutiche aumentandone il costo. Dopo le iniziative davanti alla sede della Regione Lombardia, risulta essere meritorio da parte dello Spi Regionale l’aver programmato incontri finalizzati alla costruzione di idee e proposte sulla valorizzazione della sanità pubblica e decentrata. A Mantova la Cgil, lo Spi e la Fp hanno iniziato un percorso indirizzato a tutto ciò. Ripeto, prevenzione, innovazione nelle cure delle acuzie, medicina territoriale, rifinalizzazione della mission delle residenze per gli anziani che non si concluda, inevitabilmente, con il fine vita, assistenza domiciliare di qualità, con l’utilizzo di tutte le tecnologie disponibili e professionalizzata. Per fare ciò, sono necessarie ingenti risorse, in questo ambito risulta stucchevole la discussione pelosa sull’utilizzo del Mes. Una legge sulla non autosufficienza che sappia rispondere all’invecchiamento della popolazione, che reca con sè le vecchie e le nuove patologie e che sappia non impoverire le pensioni.

L’altro pensiero che voglio condividere con voi è la ratio per la quale lo Spi di Mantova, unitamente allo Spi Regionale e allo Spi Nazionale, che sentitamente ringrazio, hanno deciso di consegnare alle genti di questa terra una nuova Sede Sindacale che colmasse quella richiesta accorata delle compagne e dei compagni di queste 3 leghe di avere spazi confortevoli, accoglienti, includenti e che porgessero, essi stessi, il benvenuto alle decine e decine di donne e di uomini che entrano quotidianamente nella sede. Si, è stato uno sforzo finanziario notevole, completato con l’acquisto dell’arredamento da parte della Cgil, ma come vedrete nel proseguo della mattinata ne è valsa la pena. Ostiglia nel lontano 1871 contava su 6831 abitanti, nel 1951 i residenti erano 10.003, nel 2019 erano 6561. Quindi un declino abitativo che ha impoverito il Comune riportandolo a metà dell’800, derivante dall’assenza di infrastrutture di collegamento e dalla mancanza di strutture produttive. Anche il territorio, formato da 13 comuni (qualche anno fa avevano raggiunto la soglia di 17 ma che poi le fusioni hanno accorpato) del destra Secchia dove si colloca questo comune ha avuto lo stesso trend negativo (seppur con movimentazioni interne difformi). Nel 1961 si contavano 62.235 residenti e oggi ci si posiziona a 46.550. A fronte di questa flessione di popolazione avremmo potuto non cogliere le istanze di infrastrutturazione, restando nella vecchia sede anche se angusta e non più rispondente alle necessità in aumento. Si, perché i bisogni dei nostri iscritti e non si sono moltiplicati. Solo per questo avremmo dovuto aumentare gli spazi? No le ragioni sono segnatamente altre, che non sono riconducibili ai servizi ma alle politiche. Le ingenti risorse messe a disposizione dall’Europa ridisegneranno l’economia, il sociale e la stessa geografia produttiva, di rimando una nuova viabilità, quindi noi immaginiamo questo territorio in corsa per un modello di sviluppo che sappia attrarre investimenti, che sappia tenere nel proprio grembo le risorse migliori che sono i giovani e valorizzare le professionalità anche quelle dormienti. Inoltre, ci si inoltri nella sperimentazione e nella costruzione di un modello relazionale all’avanguardia. Un territorio che da assopito divenga traino per tutta la provincia e per le regioni limitrofe, a partire dalla valorizzazione dell’Ospedale di Pieve di Coriano, entrato da tempo nell’orbita della discussione politica del destra Secchia. Oggi siamo di fronte al distretto con la percentuale più alta di anziani, quindi con bisogni calibrati su di essi, bene, la Cgil, lo Spi lanciano la sfida alle amministrazioni, alla politica, al mondo dei lavori affinché una parte della modernità trovi spazio in questa terra. Se questa è l’ambizione, se questa è la visione, se questo è l’obiettivo allora anche noi dovremo essere all’altezza. Abbiamo ricondotto la sede che andremo ad inaugurare ad essere una vera Camera del Lavoro, nella sua accezione più vera, luogo di politica, di sindacato e di servizi. Uno spazio Confederale, moderno attrezzato di strumenti novativi, punto di riferimento politico per questa terra, dove chiunque entri debba sentirsi nella propria casa e trovi le risposte adeguate, garbate, gentili e professionali e dove una volta uscito dalla sede senta il desiderio di ritornarci per contribuire a renderla più rispondente. Per fare ciò necessita che le categorie vivano il territorio, nella sua complessità, parafrasando Di Vittorio se i lavoratori sono in campagna bisogna andare nei campi, se sono nelle fabbriche bisogna andare in fabbrica. Cioè costruire quel Sindacato di strada di cui parla Maurizio Landini e del quale lo Spi ne rappresenta lo spirito.

Grazie ai Compagni, Carlo, Albino, Ado Segretari delle Leghe dell’Ostigliese, del Rusco e del Sermidese, senza la loro insistenza non saremmo qui ad inaugurare la nuova sede. Grazie di nuovo a Carlo, a Roberto ad Enrico a Wanda, senza la loro tenacia non ne saremmo usciti. È stata un’impresa perché in questa Italia tutto è maledettamente difficile.

Ho lasciato per ultimo il ringraziamento ai Compagni Gemelli di Bolzano. Vedete quando una delegazione di persone non giovanissime si sobbarca un lungo viaggio per condividere un appuntamento politico e di festa, significa che il rapporto instaurato va molto oltre. Grazie ad Alfred neo eletto Segretario Generale dello Spi/Lgr di Bolzano, grazie ad Elida, grazie ad Agostino e grazie a Gastone che voi conoscete bene. Grazie di essere qui con noi.

Da segretario dello Spi una raccomandazione, state distanziati e mantenetevi in salute che abbiamo molto da fare. Dopo l’inaugurazione di Viadana di qualche settimana fa, ora Ostiglia e nei primi mesi del prossimo anno inaugureremo la nuova sede di Asola.

Grazie.

Carlo Falavigna

Segretario Generale SPI CGIL territoriale di Mantova